10 agosto 2010 OTTO PASSI NELLA SAVOIA FRANCESE

Pubblicato da il Ago 10, 2010 in Viaggi dei soci

PRIMO GIORNO

Tappa: Novara – Cuneo – Col dela Lombard- St. Etienne de Tinèe con pernottamento ad Auron. KM 345,91 

Era già nell’aria da qualche mese, anzi, a dire il vero già al termine della nostra prima vacanzina in vespa dello scorso anno, di ripetere l’esperienza di un altro viaggio in vespa.

Quest’anno abbiamo allungato un po’ il percorso ma sempre su e giù per i passi montani.

Antonio (come sempre con la moglie Patrizia) il “tour operator” ha approntato un giro sul versante occidentale della Alpi marittime a nord ovest del Piemonte.

Quest’anno i passi montani da valicare sono stati ufficialmente 8 rigorosamente in sella alle nostre vespe trentennali Sahara Road P200E dell’ 81 e Silver Road P200E dell’ 81 (ex Forza Italia) perché nell’inverno ho provveduto ad un radicale restauro e restailing (ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale ma semplicemente perhè era di colore azzurro metallizzato e non credi neure originale Piaggio, ora e invece Chiaro di Luna metallizzato).

Ci accompagna Marco con una Kawasaki 750, il poveretto si è dovuto sorbire tutti quei chilometri macinati a velocità modesta non più degli80 inpiano e non più dei 30 nelle forti salite ai passi.

La data fissata per la nostra partenza era il 10 di agosto alla 9 del mattino. Purtroppo un paio di inconvenienti tecnici dovuti alla foratura di una gomma ha fatto slittare di circa un’ora e poi tra convenevoli di vario genere e saluti agli amici ancora un’ora. Insomma, come solitamente accade, un pò di ritardo “accademico”  ci vuole e siamo partiti alle 11 da Novara.

Salutiamo Lino e Nino che con un piccolo ma sentito omaggio hanno contribuito al nostro viaggio; parrà poco ad alcuni  per noi, invece, ha avuto un grosso significato di cortesia e amicizia. 

Partiamo quindi alla volta della prima tappa del nostro viaggio: 

Poco dopo Vercelli sulla via per Asti incontriamo, ferma al ciglio della strada, una “centaura” su una grossa moto, non ci facciamo caso. Bardata sotto il nero casco integrale non l’abbiamo riconosciuta. Poco dopo  ci affianca con un largo sorriso: è l’ Antonella che sta facendo un giro di ricognizione.  Una brevissima sosta  per i saluti e poi con l’augurio di buon viaggio ritorna sui suoi passi e noi riprendiamo la nostra marcia. 

Una prima sosta per rinfrancarci un pò lo spirito la facciamo a Cuneo alle 15,30. Si riparte dopo una mezz’oretta verso Borgo san Dalmazzo e Vinadio.

Una piccola sosta culturale (sono le 17.00) a Vinadio presso una fortezza chiamata Forte Albertino uno degli avamposti militari dell’esercito Savoia per difendersi dalle intrusioni napoleoniche.

Rimesso il fondo schiena sulle selle delle nostre affidabili vespe facciamo rotta verso il colle della Lombarda. Passiamo su strade statali e provinciali.

Le salite iniziano a farsi sentire. Le ruote mordono e mangiano asfalto, (sono le 18) i motori ronzano e dai col gas e scala la marcia,. La strada si snoda tra le vallate delle Alpi Marittime sale e scende tra un costone e l’altro, diversi motociclisti salgono con noi o ci vengono incontro. La strada è molto battuta dalle due ruote sia spinte a motore che a muscoli. Alcuni salutano, altri snobbano le vespe forse per invidia, ma intanto arriviamo anche noi alla meta con qualche minuto di ritardo, più di tanto non possono andare!

I paesaggi diventano brulli, pochi alberi e poi poca erba, solo qualche spiazzo erboso tra la terra arsa dal freddo e i massi.  Se è cosi in estate cosa sarà a fine ottobre? Benché sia agosto a quell’ ora tarda del pomeriggio la temperatura è abbastanza bassa ed è ventoso.

Siano muniti con abbigliamento adeguato. Ed eccoci finalmente alle 18.20 al Colle della Lombarda quota2350 metri.

Si sta facendo buio e il freddo più intenso dobbiamo raggiungere speditamente Isola, St Etienne e quindi Auron. Scendiamo rapidamente, il nastro di asfalto ci accompagna fino a valle, salite e discese curve e controcurve, tornanti vertiginosi su strade strette e senza il minimo parapetto, del tipo che se vai giù, ti ritrovi due tornanti più sotto come aver preso l’ascensore. Ma si sa,  le strade di montagna che portano ai passi sono tutte cosi e quindi occorre usare molta prudenza. Marco pazientemente ci segue ma di tanto in tanto per non fare dormire la sua moto fa sentire il rombo del suo motore e schizza avanti con andatura leggermente superiore, altrimenti la sua quattro cilindri si appisola.

Alle 20 raggiungiamo Auron una sosta in albergo, e poi a cena e quindi una sana dormita fino al mattino. 

SECONDO GIORNO

Tappa Auron – Modane – Briançon KM. 140 

Oggi  ci sono da fare tre passi prima di arrivare a Briançon per la notte. Si parte alle 9,30 dopo una lauta colazione alla francese. I chilometri non sono molti ma tutti su e giù per i monti rimanendo sempre in quota sopra i2000 metri.

Le vespe hanno “dormito all’ addiaccio” davanti all’albergo, ma ripartono senza bizze al primo colpo di pedivella. Siamo sempre in quota a1600 metri. Sosta tecnica per fare rifornimento e poi via, dobbiamo raggiungere il Col dela Bonettemt.2802, superando un dislivello di 1200.

Questa è una delle tappe del Tour de France che mette a dura prova i ciclisti, lassù molti emuli dei corridori professionisti fanno la fila per fotografarsi vicino al cippo che segna il punto più alto.

Anche noi non siamo stati da meno avvicinate le vespe al cippo ci siamo immortalati con la fotocamera.

Vari resti di insediamenti bellici affiancano la strada:  prima un villaggio di casermette abbandonate e diroccate poi una fortificazione abbandonata sorge su di un colle, sono i resti di una dogana francese.

Incontriamo un gruppo di italiani che sono saliti dalla parte opposta alla nostra. Uno di loro cavalcava una Moto Guzzi V7 700 di circa 40 anni, l’aveva (a suo dire) rimessa in moto dopo 15 anni la settimana prima di partire e senza farle nulla a parte la sostituzione della batteria, gonfiaggio delle gomme e benzina. Mitica forza delle moto italiane!

La strada ridiscende piuttosto stretta e senza parapetti fino a valle o meglio fino a quota 2109 al Col de Vars. Il tempo stringe,  i chilometri da fare sono ancora parecchi e dobbiamo salire ancore al Colle de Izoard a quota 2350 per poi raggiungere Briançon per là cercare un albergo e cenare. Il paesaggio è sempre brullo, la strada sotto di noi si snoda in un cumulo di tornanti, si passa tra erbosi prati, qua e la qualche mandria di vacche, qualche baita e alcuni villaggi montani poche le persone per strada. Dai monti residui di rocce moreniche.

A Briançon scegliamo un alberghetto in centro storico entro le mura della città vecchia, nulla di speciale come albergo, anzi piuttosto scadente ma sufficiente per rinfrancarci le ossa dai chilometri appena fatti. Mangiamo in un piccolo ma confortevole ristorantino (da premettere che i locali francesi non sono a buon mercato!). Le nostre cavalcature sono parcheggiate all’aperto e anche questa notte la passano all’ addiaccio ben legate tra di loro. 

TERZO GIORNO

Tappa Briançon -La Rosière KM.200 

La mattina  troviamo le vespe e la moto di Marco coperte dall’umidità della notte. Ricarichiamo i bagagli e si riparte sono circa le 9,30. L’aria è molto fresca e quindi ci copriamo a dovere!

Alcune capre pascolano tranquille sui bastioni delle mura della città vecchia, credo sia un modo ecologico per tenere corta l’erba e nel frattempo concimano il terreno.

Facciamo un giro per la città in cerca di un venditore di ricambi perché alla vespa di Antonio si è rotto il filo dell’acceleratore e mettendo quello di ricambio siamo rimasti senza scorta. Fatto l’acquisto –  a peso d’oro – riprendiamo la marcia per salire a2058 metrial Colle du Lautaret. L’aria inizia a scaldare ma rimaniamo ben coperti anche perché da li a poco dovremmo salire a2645 metriper varcare il Colle du Galibier. Qui facciamo una sosta in un accogliente bar, cerchiamo invano di bere un caffè degno del suo nome, ma niente tutta sbobba anche se lo chiamo “petit espresso”  . Faccio un piccolo acquisto di prodotti locali, formaggetti di capra e un quarto di forma di una tometta invitante da portare come souvenir a casa.

Lungo il percorso ci si presenta  un piccolo passo  fuori programma e ormai ingolositi di passi  abbiamo deciso di salire  fino a quota 1575 per varcare il Col du Telegraphe che oltrepassiamo senza fare soste. La sosta per il pranzo è a Modane. Sono le 14,39 circa quando riprendiamo il viaggio, dobbiamo abbordare il Col de Iseran a2770 metri. E’ metà pomeriggio; benché sia il 12 agosto la temperatura sul computer di bordo di Antonio segna 6,9 gradi, tira vento freddo e siamo imbacuccati nel nostro abbigliamento tecnico, sottocaschi e giubbetti antifreddo, felpe e guanti pesanti. Ci fermiamo per il solo tempo tecnico di fare qualche foto ricordo e scendiamo aLa Rosiéreper passare al notte. Finalmente un letto comodo e una camera confortevole. Facciamo cena nello stesso locale a base di carne, poi un giretto serale. Eravamo i soli a zonzo per il piccolo paese (sarà per il feddo ?) e poi una sana e ristoratrice dormita.  

QUARTO GIORNO

La Rosiére- Aosta – Romagnano  KM. 213 + Novara o Omegna 

Siamo al nostro ultimo giorno di tour a nord-ovest delle Alpi Iniziamo a sentire le ossa scricchiolare su sobbalzi delle strade. Si parte daLa Rosiéresempre attorno le 9 – 9,30 alla conquista del Passo del Piccolo San Bernardo che dista pochissimi chilometri a quota2108 metri.  Al di la c’è l’Italia, ce la prendiamo con calma. Scendiamo fino ad Aosta dove facciamo un lunga sosta e finalmente un caffè buono. Vedendo nuvoloni minacciosi decidiamo di scenderela Valled’Aosta in fretta  per la strada statale. A Borgofranco d’ Ivrea prendiamo per il passo della Serra che ci porta brevemente a Biella. A Zumaglia ci fermiamo a rimettere le tute antiacqua che prima erano servite per il vento e poi, poco prima di Biella, abbiamo fatto conoscenza,  per la prima volta durante il viaggio,  di alcuni goccioloni che ci hanno fatto compagnia  fino a Cossato.  Passiamo Cossato e quindi Gattinara ci fermiamo a Romagnano dove le nostre strade si dividono. Il miraggio di una doccia calda è vicino!

Raggiungiamo le nostre dimore. Il viaggio è stato bello, abbiamo visto posti e nature bellissime un po’ stancante ma molto soddisfacente. Veramente da consigliare a chi ha voglia di fare un giro di qualche giorno in vespa.

Alla nostra prossima avventura.

Malwi

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