5° Vespa Giasch 2011 – Antonio e Paolo P200E

Pubblicato da il Dic 30, 2011 in Viaggi dei soci

5° Vespa Giasch  2011 – Antonio e  Paolo P200E

 

 

5° VESPA GIASCH 2011 – ANTONIO E PAOLO P200E

 

Sabato 10 dicembre non è stato un sabato comune, per noi è stato un sabato diverso dagli altri. Mi alzo presto, se fosse stato un giorno qualunque della settimana avrei mandato fulmini e saette alla sveglia ma questa volta no, mi attende un giretto con amici in vespa.

Il termometro esterno segna 1,2 gradi sopra lo zero, mi preparo vestendomi come un cosmonauta, sotto tuta in microfibra, doppie calze cotone e in tessuto pesante, pantaloni da moto, maglia col collo alto, maglione felpato, soprapantaloni imbottiti, stivaletti in cuoio atermici, giaccone imbottito, sotto guanti in microfibra, guanti atermici imbottiti, paracollo antivento atermico, casco apribile semintegrale, sono le 7,05 e vado in garage a prendere la mia P200E alla quale avevo montato il parabrezza , una telefonatina ad Antonio per comunicare che stavo partendo e lo avrei raggiunto da li ad un’ora ad Omegna.

E’ ancora buio, la nuvolosità piuttosto compatta le previsioni dicono che non pioverà quindi tutto da ben sperare, metto in moto lascio girare un pò il motore per scaldarlo e quindi parto.

E’ l’alba piano piano il cielo si rischiara a Cressa il giorno inizia a fare capolino il grigio scuro diventa un grigio chiaro spingo sull’acceleratore 100 – 105 , inizio a vedere il paesaggio attorno a me. Circonvallazione di Borgomanero e poi a Gozzano imbocco la statale del Lago d’Orta, strada bella non ci sono bagnati che possano far pensare a lastre di gelo e tengo una andatura allegra per quello che si può dal momento che la strada è tortuosa e ci sono molti limiti di velocità.

Ad Omegna sono abbastanza puntuale 65 minuti, Antonio è nel suo garage ad aspettarmi e sta preparando la sua P200E, dopo pochi minuti siamo pronti a partire … ma … squilla il mio cellulare, accidenti e proprio sotto ad una coltre di abiti, sto per non rispondere ma poi penso che ci siano problemi a casa e in fretta tolgo i guanti e apro tutte le cerniere, ficco la mano in tasca del giaccone e vedo che è mia moglie che chiama. Penso, accidenti che succede proprio adesso che stiamo partendo, … pronto …. ciao ….. hai lasciato il portafoglio con i documenti a casa …. oh! C …… c’è patente, carta d’identità, soldi, tutto insomma e dobbiamo andare in Svizzera.

Lo dico ad Antonio che trasale, mi dice mettiamo le vespe in garage e andiamo a Novara in macchina, accidenti ci voglio tra andare e tornare due ore, ma si dai non m i fido ad andare in giro senza documenti e soldi se ci fermano in frontiera sono casini. Di volata a Novara e ritorno con i miei documenti. Sono le undici quando ripartiamo da Omegna, reinizia la vestizione dei prodi cavalieri con le insegna del Vespa Club Lele, sopra i giacconi la giacca antivento che al pranzo di fine anno ci è stata omaggiata dal consiglio.

E via a tutta manetta inizia cosi il 5° VESPA GIASCH che vorrei dire quasi tradizionale vespata invernale di pochi (rarefatti nel corso degli anni per motivi di vario genere) vespisti con le … ruote!

Il primo Vespa Giash quasi per scherzo ci trovò in quattro per il periodo del ponte dell’Immacolata a Macugnaga, la cosa ci divertì e lo ripetemmo poi nel 2008 ad Alagna, nel 2009 a Santa Maria Maggiore, nel 2010 a Riale di Formazza che per questioni di date avevamo spostato al 27 dicembre.

E quest’ anno la meta era il PASSO DEL SEMPIONE. A manetta dicevo, facendo la superstrada perchè il tempo stringeva, raggiungiamo Domodossola e imbocchiamo la strada statale del Sempione che doppiando Varzo e Trasquera ci porta fino a Gondo. A Trasquera la strada asfaltata fiancheggia la ferrovia che si addentra nella galleria del Sempione e si può vedere l’imponente

imbocco del piu antico traforo italo-svizzero realizzato all’inizio del secolo, opera immane scavata

intermente a mano nel duro granito delle alpi.

La strada è bella pulita, a Gondo alla frontiera rallentiamo e stancamente i doganieri ci fanno segno di passare, non ho idea di quanti gradi ci siano ma poco me ne importa sono ben vestito che non sento freddoanzi sto ben caldo. Piedi, gambe, tronco, braccia, mani ben calde sotto il pluristrato di indumenti e chiuso nel mio casco ben sigillato al collo. Facciamo rifornimento benzina 1,43€ litro. Dico, sono chiudo in casa e fino all’arrivo non ci sono per nessuno! Le Gole di Gondo, la parte più aspra del territorio le oltrepassiamo in galleria, un paravalanghe in cemento armato eretto a protezione della strada, che ben proteggendo i viaggiatori non permette però di vedere il paesaggio circostante ed ammirare qelle che chiamano Gole di Gondo, una zona ventosa ed aspra con le montagne solcate da stretti calanchi che sembrano delle profonde unghiate nella roccia.

Il mio pensiero va a Geo Chavez che all’inizio del secolo nel 1910, erano gli albori della storia del volo, con un aeroplanino Bleriot di legno e tela mono elica e partì da Briga e attraverso la Val di Vedro e le Gole di Gondo tentò di raggiungere Milano ma purtroppo il gesto eroico ebbe termine a tra Domodossola e Villadossola quando stremato e ferito perse il controllo dell’aereo e precipitò perdendo la vita.

Ma il nostro giretto continua e superate le Gole di Gondo usciamo dalla stretta valle , il sole risplende promettendo una giornata favolosa. La neve attorno a noi l’aria frizzante ci invita ad aprirei caschi e a goderci l’aria pungente sulla parte di viso che rimane scoperta. La luce e il riverbero sulla neve era fortissima, le nostre ombre si proiettavano a terra lunghe e nette, facciamo sosta nel piazzale antistante l’ Ospizio del Sempione una grande costruzione in spessa muratura capace di contenere decine di persone con servizio alberghiero, ristoro, cappella, museo, biblioteca, sale di soggiorno, tutto quello che poteva servire per soggiornare quando il viaggiatori di altri tempi andavo o tornavano dalla Svizzera con le carrozze in estate o le slitte trainate dai cavalli nei nevosi mesi invernali. Ci raggiunge con la sua moto Marco, cognato di Antonio, scattiamo qualche fotografia ricordo, tutto il paesaggio intorno a noi è bianco, la temperatura è di circa 10 gradi il sole risplende vigoroso. La nostra meta è raggiunta e giunge l’ora di scendere, facciamo sosta a Simplon Dorf il villaggio che pochi chilometri sotto al passo, ci fermiamo a ristorarci un pochino (caffè 3,50 € e croissant 2,30 €) quello che abbiamo risparmiato in benzina lo abbiamo speso al bar!

Ma che importa siamo fuori una giornata per divertirci e quindi ci può stare.

Si riparte, sono le 15, vorrei essere a casa prima del buio e poi devo lavare la vespa per togliere il sale altrimenti corrode la carrozzeria e il motore, mentre Marco si ferma a Domodossola con Antonio dirigiamo a tutto gas verso Omegna, 105 -110 di tachimetro i motori spingono al massimo dei giri in circa un’ora siamo ad Omegna, ci salutiamo con Antonio che va anche lui al lavaggio ed io trotto verso casa, rifornimento a Gozzano 1,536 al litro però il caffè 0,80 € e la briosch 1,00 €!

La Vespa è già lavata, asciugata e coperta in garage la sera stessa.

Alla prossima

 

2 Comments

  1. penso che la vostra sia una esperienza “gelida ma interessante”
    che magari verrà divulgata, se acconsentirai , in un prossimo futuro. ciao.

    • Queste scorribande tra matusa, ci si diverte anche da over 50, non hanno limiti di età. la comoagnia è bella e il freddo mantiene!

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